Le parole dell’editoria

Le parole dell’editoria sono tante, e non ho certamente la pretesa di farne un elenco esaustivo in questo post; vorrei però dare una spiegazione chiara di alcuni termini che spesso tendono a confondere gli scrittori e/o gli aspiranti.

Le cartelle editoriali

Le cartelle editoriali sono l’unità di misura di lunghezza di un testo: non si può infatti usare la pagina, che in base al carattere e alle dimensioni di quest’ultimo risulterebbe troppo variabile. In realtà anche la cartella editoriale non è esattamente univoca, poiché a seconda dei casi è composta da 1800 o da 2000 caratteri, sempre spazi inclusi. Io personalmente lavoro con la cartella da 1800 caratteri: contattami per un preventivo se ti occorre una correzione di bozze.

Sinossi e quarta di copertina

Per prima cosa va detto che la sinossi e la quarta di copertina non sono la stessa cosa: la sinossi è la trama completa che si invia alle case editrici e deve comprendere anche il finale e gli eventuali colpi di scena, mentre la quarta di copertina è quell’abbozzo di trama che si trova sul risvolto di copertina del libro e che ovviamente non può svelare chi sia l’assassino.

Pitch

Il pitch è la presentazione veloce di un’idea. In editoria è la presentazione, velocissima, di un libro in 60/90 secondi: i primi 10 sono quelli fondamentali per catturare l’attenzione del pubblico. Il testo del pitch, che naturalmente non va improvvisato, dovrebbe essere di 1000/1500 battute, ma per avere un’idea più realistica dei tempi è meglio fare una prova e registrarsi. Anche il tono di voce è fondamentale.

Le parole dell’editoria sono queste e tante altre ancora: fammi sapere nei commenti se c’è qualche altra espressione di cui vorresti la spiegazione. Per un confronto con altri scrittori ti rimando inoltre a Costruttori di mondi, un forum creato dai gestori del vecchio Writer’s dream.

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