Robert McKee è uno dei massimi esperti di narratologia mondiale e divide una storia in cinque parti: incidente scatenante, complicazioni progressive, crisi, climax e risoluzione. Le cinque parti di McKee non sono in contraddizione con la struttura in tre atti di cui abbiamo già parlato, ma anzi la completano.
Incidente scatenante
L’incidente scatenante può dipendere o meno dalla volontà di un personaggio e tendenzialmente si colloca abbastanza all’inizio della narrazione, dato che è proprio dall’incidente scatenante che scaturisce la trama vera e propria. D’altro canto, se la rappresentazione del mondo ordinario prima di questo avvenimento è particolarmente importante lo si può ritardare un po’: insomma, non c’è una regola precisissima ma l’autore dovrà essere bravo a piazzare l’incidente scatenante al momento giusto.
Complicazioni progressive
Le complicazioni progressive sono tutto ciò che accade nella storia, dall’incidente scatenante fino alla crisi e devono rispettare la “legge del conflitto”: in una storia nulla progredisce se non attraverso il conflitto. In ogni personaggio possiamo vedere tre livelli di conflitto: conflitto interiore, conflitto personale e conflitto extra-personale. L’autore dovrà mettere il proprio personaggio in difficolta, cioè farlo trovare davanti a più di un conflitto e possibilmente variare anche i tipi di conflitto.
Ogni scena deve essere scritta seguendo quattro punti fondamentali: punti di svolta, semina/raccolta, dinamiche emozionali e scelta. Il punto di svolta (turning point) è il micro-conflitto che si genera nella singola scena (o capitolo): infatti, in ogni capitolo (o scena) deve accadere qualcosa, la storia deve andare avanti. Semina/raccolto è un concetto che si vede applicato in maniera molto evidente nel romanzo giallo: l’autore semina una serie di indizi che porteranno l’investigatore al raccolto, cioè alla scoperta dell’assassino; queste dinamiche, comunque, appartengono a tutto l’universo narrativo. Le dinamiche emozionali rappresentano l’impatto emotivo che la storia ha sul pubblico e, come le complicazioni in generale, devono essere progressive: se in un romance due persone provano attrazione ma non vogliono cedere perché, ad esempio, già impegnate, l’autore potrà prima farli baciare, per poi fermarsi, per poi all’incontro successivo arrivare in camera da letto.
Tra le complicazioni progressive si possono trovare anche eventuali falsi finali.
Crisi
La crisi è l’elemento fondamentale di ogni storia, l’ultimo confronto, il duello definitivo. Avviene lo scontro definitivo tra le forze protagoniste e quelle antagoniste.
Climax
Il climax è il punto di massima tensione della storia. Come dice McKee, un finale dovrebbe essere sia inevitabile che inaspettato: dare al pubblico ciò che vuole, ma non nel modo in cui se lo aspetta, citando William Goldman.
L’autore non dovrebbe quindi sorprendere tanto il lettore per il finale in sé, ma per come ci si arriva.
Risoluzione
La risoluzione è tutto ciò che rimane dopo il climax: può risolvere eventuali sottotrame ancora aperte e/o mostrare ciò che accade dopo il climax, il nuovo status quo.
Per approfondire le cinque parti di McKee consiglio la lettura di Story, scritto appunto dallo stesso McKee.
Il viaggio dell’eroe
Il viaggio dell’eroe è un libro di Christopher Vogler: l’autore è uno story analist che ha esaminato più di seimila sceneggiature. Vogler divide la storia in tre atti (vi ricorda qualcosa?) e, anche in questo caso, lo schema del viaggio dell’eroe non è alternativo a quello visto con le cinque parti di McKee ma vi si può sovrapporre.
Lo schema del viaggio dell’eroe è il seguente:
Primo atto: mondo ordinario, chiamata all’avventura, rifiuto della chiamata, incontro con il Mentore, superamento della prima soglia.
Secondo atto: prove, alleati, nemici; avvicinamento alla caverna più profonda; prova centrale; ricompensa.
Terzo atto: via del ritorno, resurrezione, ritorno con l’elisir.
Il primo atto può essere preceduto da un prologo, che può essere un flashback, può aprirci uno spiraglio sul punto di vista dell’antagonista o può costituire una semina per un raccolto futuro (in altre parole, può essere un qualcosa di inizialmente incomprensibile che poi però acquista senso in concomitanza di un colpo di scena).
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