Gli errori più comuni

Abbiamo parlato del narratore e, indirettamente, del punto di vista: adesso vediamo gli errori più comuni che si possono commettere al riguardo.

Errori con il narratore in prima persona

Prendiamo come esempio un testo scritto utilizzando un narratore in prima persona, con focalizzazione interna: sia che la narrazione sia al presente, sia che l’autore opti invece per una narrazione al tempo passato, nella quale la distanza narrativa (cioè il tempo intercorso tra il momento della narrazione e la vicenda narrata) si dilaterebbe, il narratore non può sapere cosa sta accadendo al di fuori della sua visuale. Naturalmente, non può nemmeno sapere cosa stesse accadendo prima, a meno che il narratore non sia riuscito a costruire, con il senno di poi, il corretto svolgersi degli eventi, anche al di fuori della sua focalizzazione.

Improvvise sterzate del punto di vista

Le improvvise sterzate del punto di vista, ossia quando si passa da un personaggio all’altro senza soluzione di continuità, mettono in difficoltà il lettore: soprattutto se queste sterzate vengono realizzate in maniera grossolana e frettolosa, costringono il lettore a tornare indietro e a rileggere per capire chi sta parlando, incrinando così la magia della narrazione. “In maniera grossolana e frettolosa” è la chiave di questo tipo di errore: infatti, le sterzate del punto di vista non sono necessariamente da evitare ma bisogna essere molto bravi a gestirle. Un esempio lampante di continui spostamenti nel punto di vista è The dome di Stephen King.
Per approfondire l’argomento vi consiglio Il prontuario dello scrittore di Franco Forte.

Ingerenze del narratore onnisciente

Una violazione della regola dell’uniformità si verifica quando, ad esempio, l’autore sceglie una struttura del punto di vista che poi tradisce all’improvviso con le ingerenze del narratore onnisciente. Più in concreto, se in un brano con focalizzazione interna interviene con qualcosa che il personaggio di cui si sta parlando non può né sapere né immaginare.

Non scegliere un punto di vista

Un autore deve sempre decidere il punto di vista attraverso il quale raccontare una scena prima di scriverla.
Una volta scelto il punto di vista, se dovesse essere quello di un personaggio discutibile o addirittura quello di un Cattivo con la C maiuscola non deve cadere nell’errore di giudicare il personaggio ma deve invece modellare la propria voce autoriale sulla forma mentis del personaggio. Anche qui sarà d’aiuto lo show don’t tell.

Come pensa a se stesso un personaggio

Diciamo che l’autore stia utilizzando la focalizzazione interna per parlare, ad esempio, di un personaggio che si chiama Mario: questo personaggio pensa a se stesso come “io”, non come il ragazzo, l’avvocato, il cameriere. Per questo motivo occorre ripetere sempre il nome del personaggio (o, quando possibile, il pronome “lui”) e la ripetizione non sarà brutta perché sarà reale.

Gli errori più comuni sono questi, ma naturalmente è possibile commetterne tantissimi altri ed è anche per questo che è sempre consigliabile affidarsi a un editor.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *