Abbiamo già visto alcune delle professioni editoriali, dal correttore di bozze all’editor al ghost writer: oggi vediamo di cosa si occupa il writer coach.
Il writer coach è, naturalmente, prima di tutto un coach, per l’appunto. Risulta altrettanto naturale che questa figura abbia a che fare con la scrittura: sostiene infatti l’autore nel suo percorso di scrittura del testo e lo aiuta a far fronte a momenti complicati come il famigerato blocco dello scrittore, indipendentemente dal genere letterario con cui lo scrittore si sta cimentando; è una via di mezzo tra un allenatore e un motivatore per gli autori che supporta questi ultimi nel loro percorso. Conosce le loro difficoltà e li aiuta a far emergere a pieno il loro potenziale, è un prezioso alleato che accoglie con comprensione i dubbi e le difficoltà degli autori e li aiuta a sbrogliare la matassa. In Italia questa figura si sta affermando piuttosto lentamente, al contrario di altri tipi di coaching che sono letteralmente esplosi negli ultimi anni, mentre all’estero è già abbastanza diffusa.
La formazione del writer coach
In primo luogo il writer coach deve conoscere molto bene il mondo dell’editoria e in secondo luogo deve naturalmente avere una formazione in coaching. Non esiste un albo professionale per questa figura, ma esistono scuole di coaching certificate: se volete affidarvi a un writer coach dovrete sicuramente pretendere un diploma preso in una di queste scuole. L’attività di coaching si può naturalmente svolgere anche da online, se ritenete di aver trovato il professionista che fa al caso vostro ma è a molti chilometri di distanza questo non sarà certo un problema. Non confondete il writer coach con altre figure professionali della filiera editoriale: non è infatti un correttore di bozze, un editor o ancora un ghost writer (fermo restando che nella stessa persona possono convivere più professioni).
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