Oggi vi propongo un articolo un po’ diverso dal solito: parleremo di pubblicazione in self o con casa editrice e dei rispettivi pro e contro. Chiara Forlani, autrice di diversi romanzi pubblicati in entrambi i modi, condivide gentilmente con noi la sua esperienza.
Gli inizi
Ho scritto il mio primo romanzo, La tasca sul cuore, nel 2016, mossa dal desidero di mettere nero su bianco una storia di famiglia che ritenevo importante e unica. Ho tergiversato a lungo, ma spinta dal mio piccolo tesoro, un archivio di famiglia, alla fine mi sono decisa e il risultato di questa mia prima fatica letteraria mi ha soddisfatta. Non mi aspettavo, però, la pubblicazione del romanzo grazie al concorso letterario Le fenici della casa editrice Montag: è stata una sorpresa meravigliosa, che mi ha aperto le porte di una nuova fase della vita.
La seconda vita del romanzo
Dopo un paio d’anni e innumerevoli presentazioni, i diritti del testo sono ritornati a me: si trattava di un contratto editoriale breve. A quel punto tenevo troppo alla mia storia, non volevo che ritornasse nel cassetto e ci rimanesse. Perciò, dopo aver letto diverse guide che davano consigli sul self publishing, ho scelto di ripubblicarlo su Amazon. Sapevo che il mio libro sarebbe stato presente solo su quella piattaforma e non sulle altre, ma ero convinta perché i lettori forti spesso la prediligono e oltretutto in caso di esclusiva il romanzo viene reso disponibile anche su Kindle Unlimited, l’abbonamento mensile di Amazon che permette di leggere gratis un certo numero di libri.
Non mi sentivo però in grado di fare tutto da sola, quindi mi sono fatta aiutare da un amico più esperto per fare copertina e file di testo, sia per l’ebook che per il cartaceo. Amazon permette inoltre all’autore di vedere in tempo reale quante copie del libro vengono vendute, di che genere sono (cartaceo o ebook) e addirittura quante pagine vengono lette su Kindle Unlimited: anche queste, infatti, vengono remunerate.
Rispetto alla pubblicazione con l’editore, mi sono resa conto in breve che le vendite, soprattutto degli ebook, decollavano senza che io facessi niente, nemmeno il marketing di base su Amazon. Il libro continua a vendere in modo costante ogni giorno, quello che mi emoziona è che là fuori quasi in ogni momento c’è qualcuno che scarica e legge la mia storia di famiglia. Quello che invece mi lascia un po’ perplessa è che non so come replicare questo piccolo successo: i libri che ho autopubblicato in seguito, per ora, non hanno avuto la stessa fortuna nonostante io abbia cercato di promuoverli sia sui social che su Amazon stesso.
Una storia nata dalla pandemia
Si è poi presentato il Covid: io faccio l’insegnante ospedaliera e avevo bisogno di fondi per comprare libri e giochi didattici da donare ai piccoli ammalati con i quali lavoro, visto che le associazioni di volontariato non potevano più mettere piede in ospedale e il materiale non poteva naturalmente essere condiviso. A quel punto ho deciso di autopubblicare Il
viaggio di Kordelia, una storia per ragazzi che ho presentato nelle scuole. Il ricavato dei tanti libri cartacei venduti è stato devoluto agli acquisti per la pediatria: le copie acquistate dall’autore, stampate da Amazon in Polonia, costavano poco più di 2 euro e quindi avevo un buon margine. In quel caso, più che la piattaforma di Amazon per generare vendite, ho sfruttato il colosso per ottenere dei libri stampati a poco prezzo, che poi ho rivenduto io.
Per stimolare invece la scarsa attenzione di Alex, un allievo seriamente ammalato che abbiamo
seguito per un intero anno scolastico, io e la mia collega abbiamo autopubblicato su Amazon un piccolo libro scritto da lui e intitolato appunto Il libro di Alex che parla delle sue due passioni: la cittadina di Comacchio nella storia e la squadra di calcio locale, la Comacchiese. Lui era orgoglioso di avere il suo libro, che ha venduto ad amici e parenti per pagarsi una parte delle vacanze in Puglia, e noi d’altro canto ci siamo impratichite con gli strumenti di impaginazione.
E adesso…
A questo punto padroneggio abbastanza le tecniche di grafica e di impaginazione: non certo a livello professionale, ma conosco quel tanto che basta per divertirmi a fare ciò che voglio. Ultimamente, ad esempio, mi sono fatta un regalo: Emozioni, la raccolta illustrata dei miei migliori racconti che hanno vinto vari concorsi e che si trovavano sparsi in varie
antologie. Non ho ancora iniziato a pubblicizzarla. Muovendomi “a doppio binario” tra la pubblicazione in self o con
casa editrice tradizionale, posso dire che a mio parere l’una completa l’altra.
Il self, o almeno la parte che conosco io, permette di ripubblicare e dare nuova vita a libri che altrimenti non sarebbero più disponibili oppure di portare avanti progetti finalizzati, ma a mio parere non sostituisce l’editoria con casa editrice: quest’ultima, se di buon livello, fornisce un ottimo servizio di editing e affianca l’autore al meglio.
L’esperienza con Nua Edizioni, per citare il mio fiore all’occhiello Delitto sull’isola bianca, è sicuramente di notevole livello. Per la mia esperienza, se si riesce ad avere una buona fetta di pubblico e di attenzione, i guadagni sono maggiori pubblicando in self, perché le case editrici riservano agli autori esordienti piccoli margini di guadagno. Tuttavia, per ora ritengo che pubblicare solo in self
sarebbe limitante e mi farebbe perdere tutta la fetta di pubblico che ordina i miei romanzi in libreria e mi stima perché sono riuscita a emergere, pur nel mio piccolo e con argomenti di nicchia, che sono la passione per la mia città, Ferrara, la sua storia e il rispetto per la gente della mia terra.
Spero che queste informazioni, insieme agli articoli già pubblicati, possano avervi chiarito le idee sul tentare la pubblicazione in self o con casa editrice.
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